

Scritto nei sotterranei di casa, unico luogo percepito come sicuro, il Diario di guerra di Olga Grebennik è una testimonianza diretta, emotiva, personale degli orrori della guerra in Ucraina.
Con il solo ausilio di un taccuino e di una matita Olga descrive gli spazi vitali che si vanno riducendo di giorno in giorno. Fissa sui fogli immagini che mai si sarebbe sognata di vivere: la trascrizione dei dati identificativi sulle braccia dei figli, gli zaini e la valigia pronti per ogni evenienza, le esplosioni all’esterno, l’allestimento dei sotterranei, la convivenza negli spazi comuni, il razionamento del cibo, la ricerca di momenti di normalità per i bambini, la sofferenza degli anziani. Fino alla decisione di abbandonare tutto - madre e marito compresi - per il bene dei figli.
Scritto nei sotterranei di casa, unico luogo percepito come sicuro, il Diario di guerra di Olga Grebennik è una testimonianza diretta, emotiva, personale degli orrori della guerra in Ucraina.
Con il solo ausilio di un taccuino e di una matita, e temendo ogni minuto per la sorte propria e dei suoi cari, Olga descrive gli spazi vitali che si vanno riducendo di giorno in giorno. Nel farlo, fissa sui fogli immagini che mai si sarebbe sognata di vivere: la trascrizione dei dati identificativi sulle braccia dei figli, gli zaini e la valigia pronti per ogni evenienza, le esplosioni all’esterno, l’allestimento dei sotterranei, la convivenza negli spazi comuni, il razionamento del cibo, la ricerca di momenti di normalità per i bambini, la sofferenza degli anziani. Fino alla decisione, presa letteralmente in dieci minuti, di abbandonare tutto - madre e marito compresi - per il bene dei figli.
Un racconto illustrato toccante e onesto, che riporta l’umanità al centro di tutto e vuole essere un monito per le generazioni future. Le guerre non risolvono niente: lasciano solo ferite e devastazione che chissà se il tempo riuscirà mai a guarire.
Scritto nei sotterranei di casa, unico luogo percepito come sicuro, il Diario di guerra di Olga Grebennik è una testimonianza diretta, emotiva, personale degli orrori della guerra in Ucraina.
Con il solo ausilio di un taccuino e di una matita, e temendo ogni minuto per la sorte propria e dei suoi cari, Olga descrive gli spazi vitali che si vanno riducendo di giorno in giorno. Nel farlo, fissa sui fogli immagini che mai si sarebbe sognata di vivere: la trascrizione dei dati identificativi sulle braccia dei figli, gli zaini e la valigia pronti per ogni evenienza, le esplosioni all’esterno, l’allestimento dei sotterranei, la convivenza negli spazi comuni, il razionamento del cibo, la ricerca di momenti di normalità per i bambini, la sofferenza degli anziani. Fino alla decisione, presa letteralmente in dieci minuti, di abbandonare tutto - madre e marito compresi - per il bene dei figli.
Un racconto illustrato toccante e onesto, che riporta l’umanità al centro di tutto e vuole essere un monito per le generazioni future. Le guerre non risolvono niente: lasciano solo ferite e devastazione che chissà se il tempo riuscirà mai a guarire.